lunedì 28 gennaio 2008

Finalmente LTdT.it

Finalmente ha riaperto i battenti il nostro sito, www.ltdt.it, webpage ufficiale del gruppo di percussionisti "Les Tambours de Topolò" di cui faccio parte. E' ancora in costruzione, quindi chiedo venia per eventuali mal-funzionamenti di links e quant'altro.


In particolare vi vorrei segnalare il nostro nuovo progetto "Lost Barrels: Adopt One!". L'idea è quella di raccogliere fotografie provenienti da tutto il mondo in cui i protagonisti siano i bidoni, in tutti i loro utilizzi. Per questo abbiamo bisogno del vostro aiuto: se state facendo un viaggio, o se semplicemente state andando a prendere il treno e vedete un bidone, fategli una foto ed inviatecela all'indirizzo lostbarrels@ltdt.it ; provvederemo a pubblicarla sul nostro sito!
Questo è un bidone a Delfi, Grecia.

lunedì 14 gennaio 2008

Istanbul 2



- Diaro di viaggio postumo -


Il freddo umido ti entra nelle ossa, ti prende dentro e ti consuma piano. Giornata uggiosa, quasi nevica, tutto chiuso per il primo giorno del sacrificio di Alì. Svanite la fretta e la stanchezza del primo giorno di viaggio, è arrivato il momento di fare i turisti sul serio. I minareti della moschea blu si stagliano alti e grigi su quel cielo bianco e piatto, sembra il disegno mal fatto di un pittore sconosciuto. Non fai tempo ad avvicinarti che almeno 2 venditori ambulanti ti provocano con qualche libro di fotografie, miracolosamente in italiano, su vita morte e miracoli della moschea e dintorni. Un incantatore di serpenti new age spiffera in magici flautini abbindola-turisti: pure io mi sono fatto incantare, ma senza mollare una sola lira nella contrattazione! Prezzo di partenza: 50 lire turche per uno dei due tipi di flauto (circa 35€). Ultima offerta del musicante: 25 per tutti e due! Ne ho preso uno per 15, comunque un furto, ma ne è valsa la pena: ora posso molestare le mie coinquiline unendo ad una totale inesperienza nel suonare strumenti a fiato (con l'ancia, pergiunta...) anche una buona dose di inefficienza strumentale! Wow! Saranno felicissime, scommetto...
Poi entri e cambia tutto: il freddo, il grigiore, l'intorpidimento... tutto svanisce nel nulla, come non fosse mai esistito. Ti ritrovi avvolto non tanto da un religioso silenzio, non da fredde mura di marmo, scivolosi pavimenti e l'aura austera della Casa del Signore, ma da gioia e tepore e un morbido tappeto che sotto i piedi scalzi ti invita a sederti e a contemplare quell'immensità. C'è luce e i colori vivaci delle piastrelle che tappezzano letteralmente ogni superficie della moschea risaltano più d'ogni cosa. Poche persone, per lo più devoti turisti, percorrono la spianata di tappeto, lasciando alla vista tutto lo spazio necessario a godersi lo spettacolo. Ci sono lampadari enormi, intrecci complessi di ferro battuto che restituiscono alla moschea una misura più umana, e di contro lasciano che lo sguardo scivoli oltre fino a perdersi negli arabeschi porcellanacei. Non dispongo della bravura necessaria a descrivere efficacemente tutto questo. Lascio alle immagini l'arduo compito.



Dopo il ritorno al mondo reale, ed un lauto pasto a base (ovviamente) di kebab, ci siamo diretti verso l'altro capolavoro dell'architettura sacra di istanbul; il frutto del dio rivale, l'esempio perfetto della stupidità umana in materia di religione, la bellissima basilica cristiana scempiata e traformata in moschea per volere del profeta: Hagia Sofia, meglio conosciuta come Santa. All'interno un sentimento austero, poche piastrelle, sparuti e splendidi mosaici dorati di recente resurrezione, riesumati a stento sotto centimetri d'intonaco. Purtroppo un'enorme impalcatura per i restauri della cupola mi ha impedito di apprezzerne la vera bellezza.

[...continua...]